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 M o d u l o  2

C o r r e n t i   a l t e r n a t e  – S i s t e m i   M O N O F A S E


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Le Potenze nei circuiti in corrente alternata monofase

 

18_Le potenze nei circuiti in corrente alternata monofase

Per questo importante argomento si fa riferimento a quanto riportato nel Modulo 0s2. Di seguito vi sono i collegamenti riferiti ai circuiti in corrente alternata monofase.

 - POTENZE - Generalità

1_ Potenza istantanea

  _ Potenze attiva, reattiva, apparente e vettoriale

  _ Grafici e definizioni     (variazione delle potenze al variare dello sfasamento del carico)

  _ Valor medio del prodotto di due grandezze sinusoidali

  _ Misura con wattmetri

 

Per l’applicazione del teorema di Boucherot si rimanda al modulo corrispondente all’indirizzo: http://www.barrascarpetta.org/01_ele/m_4/m_4u03tb.htm

 

Qui si richiamano unicamente alcune considerazioni e relazioni fondamentali, utilizzate nei calcoli delle potenze riferite ai circuiti monofase (fig.1). Seguiranno alcuni esempi di risoluzione di circuiti utilizzando il metodo delle potenze, con il teorema di Boucherot, fondamentale per le applicazioni numeriche.

 

·        La potenza attiva P si dissipa nella resistenza R,

·        la potenza reattiva Q (che non si dissipa ma si scambia continuamente) interessa le reattanze (segno + per le induttive e segno – per quelle capacitive);

·        la potenza apparente S riguarda tutta l’impedenza Z ed è legata dal teorema di Pitagora alla P e Q (triangolo delle potenze di fig.1).

Figura 1) Triangolo delle potenze. La Q positiva è per convenzione attribuita allo scambio con +XL.

 

19_Il problema del rifasamento nei circuiti monofase

Per la trattazione dell’argomento relativo al rifasamento nei circuiti monofase si veda l’indirizzo:

2a_ Il rifasamento, di cui viene anche qui riportato il riferimento ai circuiti monofase.

Per migliorare il fattore di potenza di un impianto, posto ad esempio all’arrivo di una linea di alimentazione e per portarlo ad un valore cosφ’=0,9  imposto dall’ente distributore o a un valore più elevato, fino al rifasamento totale, occorre inserire in parallelo al carico una batteria di condensatori, che compensi parzialmente o totalmente quella di segno opposto del carico.

 

Si osserva che, come non si deve scendere al di sotto del valore 0,9 imposto, non si può nemmeno rifasare in anticipo, onde evitare ad esempio problemi legati alla sopraelevazione della tensione di rete.

Figura 2)  Diagrammi delle potenze dell'impianto utilizzatore prima e dopo il rifasamento.

Per ridurre lo sfasamento complessivo dell’utenza e quindi per aumentare il fattore di potenza complessivo occorre inserire all’arrivo, in parallelo sul carico, una batteria di condensatori di potenza Qc.

Dalla fig.2 si ottengono le seguenti relazioni:

La potenza reattiva che interessa una batteria di condensatori  si può anche determinare dalla relazione (2), essendo la reattanza capacitiva

Dall’uguaglianza fra la (1) e la (2) si ottengono

da cui

 

Vantaggi del rifasamento:

L’aumento  del f.d.p. in seguito al rifasamento porta alle considerazioni seguenti:

·        diminuisce la potenza apparente dell’utenza (carico + batteria) e quindi

·        diminuisce la corrente della linea (solo quando i condensatori sono posti all’arrivo, in parallelo al carico e non in partenza della linea);

·        diminuiscono le perdite di potenza in linea;

·        diminuendo la corrente si può progettare la linea con una sezione minore;

·        diminuiscono le cadute di tensione sulla linea;

·        aumenta il rendimento della linea.

 

Se l’utenza, rifasando, richiede minore potenza apparente, l’ente che eroga l’energia può soddisfare più utenze, rispetto a quando non si rifasa.

Se un utente preleva dalla rete una potenza P e cosφ=1, mentre un secondo utente preleva la stessa potenza P, ma con cosφ=0,5, la società che distribuisce l’energia  deve fornire a quest’ultimo una corrente in ogni istante doppia rispetto a quella fornita al primo cliente, con maggiori perdite joule in linea e nelle macchine generatrici.

      Si ricorda ancora che la potenza attiva dell’utenza non viene modificata dalla presenza dei condensatori, ritenendo costante la tensione prima e dopo il rifasamento.

      Come collocazione ideale i condensatori dovrebbero essere posti dove è ubicato ogni singolo carico. Con l’impianto completamente rifasato (a cosφ=1), la linea trasmette al carico la sola potenza reale, mentre quella reattiva si scambia totalmente tra il carico e i condensatori di rifasamento.   

In pratica però, a volte, si devono fare altre scelte per motivi di organizzazione, di costo, di gestione degli impianti e i condensatori vengono collocati ad esempio per gruppi di utilizzatori e non per ogni singolo carico.

Si può anche controllare in tempo reale il fattore di potenza dell’utenza e provvedere di conseguenza al rifasamento, in base alle mutate condizioni, mediante inseritori  automatici di condensatori di una batteria rifasante.

 

Applicazioni numeriche al calcolo delle potenze nei circuiti monofase - Risoluzioni con il metodo delle potenze, in alternativa a quello simbolico.

 

Esempio 1)

Figura 3)

Del circuito sono noti i seguenti valori:

U3 = 50 V;      R3 = 100 W;     XL3 = 150 W; R2 = 80 W;     Xc = 10 W

 

Determinare la tensione di partenza Up, la corrente totale I,  il cosjT con il metodo delle potenze.

Come verifica ripetere lo svolgimento con il metodo vettoriale.

 


 

Per la risoluzione si segue il metodo delle potenze, applicando il teorema di Boucherot. Si calcolano le potenze reali o attive che si dissipano nelle resistenze, le potenze reattive, tenendo conto dei segni convenzionali (+ QL per  potenze che interessano le bobine pure, -QC per quelle reattive che interessano i condensatori).

- La potenza attiva totale è la somma di quelle attive parziali,

- la potenza reattiva totale è la somma algebrica di quelle reattive,

- la potenza apparente totale è la somma vettoriale, che viene calcolata, in genere, non con il metodo vettoriale, ma determinandone il modulo dal teorema di Pitagora (fig.1).

 

Calcolo dei moduli della corrente in R3 e in X3, nota la tensione ai capi del parallelo:

    

Potenza attiva in R3:

Potenza reattiva in XL3:

Potenza apparente relativa al circuito equivalente parallelo:

E’ ora possibile calcolare la corrente totale e, senza usare il metodo simbolico, se ne può determinare il modulo, ricordando che la potenza apparente è anche il prodotto fra la tensione ai capi del ramo in esame e la corrente che lo percorre, in questo caso quella totale, per cui:

Si passa al calcolo della potenza attiva nella R2 e a quella reattiva capacitiva in Xc:

Calcolo le potenze attive e reattive totali:

All’ingresso la potenza apparente complessiva è:

Da qui si ottiene la tensione in partenza:

Il fattore di potenza “visto” all’ingresso si può calcolare direttamente dal rapporto


 

Circa la soluzione con il metodo simbolico si fornisce solamente la conclusione:  si ottiene una impedenza totale del circuito pari a

Per il tracciamento del diagramma tensioni-correnti può essere utile posizionare la tensione nota U3 sull’asse reale; di conseguenza si collocheranno le correnti e le altre tensioni con questo riferimento iniziale.

 


 

Esempio 2)

 

Figura 4)

Si conoscono i seguenti valori, relativi al circuito di fig.4:

Uu = 100 V;    f = 100Hz;       R1 = 8 W;         L1 = 6mH;  R2 = 6 W;     X2 = 8 W; 

R = 6W;          L = 4mH;         C = 200 mF

Determinare la tensione di partenza Up, la corrente totale I,  il cosjT, seguendo il metodo delle potenze.

Come verifica ripetere lo svolgimento con il metodo vettoriale.

 


 

Calcolo le singole reattanze alla frequenza di 100Hz data dal problema:

X1 =  ω L1 = 2·π·100 ·6·10-3 =3,77Ω

X L=  ω L = 2·π·100 ·4·10-3 =2,513Ω

Calcolo i moduli delle impedenze dei rami 1 e 2:

Calcolo le correnti in modulo:

Calcolo le singole potenze:

 

Si possono determinare le stesse potenze in altro modo, ad esempio conoscendo lo sfasamento relativo all’impedenza, la tensione totale ai capi e la corrente che la attraversa.

Come esempio, per il ramo 2, si ricava:

 

Per il teorema di Boucherot i due rami in parallelo equivalgono ad un solo ramo, con i seguenti dati:

La corrente totale è dunque:

Del ramo in serie, con i componenti percorsi dalla corrente totale, si calcolano le singole potenze:

Calcolo le potenze all’ingresso:

Dalla potenza apparente si deduce la tensione d’ingresso:

Il fattore di potenza d’ingresso si può calcolare, dal triangolo delle potenze, con il rapporto


 

Seguendo invece il metodo simbolico e posizionando sull’asse reale del piano di Gauss la tensione nota Uu= UBC si ottengono i seguenti risultati (naturalmente identici, nei moduli, a quelli trovati col metodo delle potenze):

I risultati sono riportati nei diagrammi di fig.5.

Figura 5)

 


Esempio 3) Linea monofase e rifasamento

 

Si propone lo schema 6a) da risolvere ancora col metodo delle potenze. Il carico all’arrivo della linea monofase (di cui si trascura la reattanza data la breve lunghezza) necessita di rifasamento, secondo i dati ora forniti.

 

Figura 6a) Linea monofase che alimenta tre carichi all’arrivo; b) Circuito equivalente e rifasamento.

Una linea monofase alimenta, alla tensione Ua di 230V, f=50Hz, tre carichi di tipo ohmico induttivo, posti all’arrivo, di cui si conoscono i seguenti dati (riferiti alla tensione di 230V e secondo lo schema di fig.6a):

P1 = 900 W; cosj1= 0,780

S2 = 1500VA;          cosj2= 0,830

Q3 = 1400var;          P3 = 750 W

         La linea monofase, di lunghezza limitata, è tale per cui se ne può trascurare la reattanza; essa  presenta però una resistenza Rl=0,4W per ogni filo.

Si determinino la corrente in linea, la tensione in partenza, la c.d.t. percentuale e il rendimento della linea stessa.

In un secondo tempo, dovendo riportare il fattore di potenza all’arrivo al valore cosj=0,9, si richiede di determinare la potenza reattiva della batteria di condensatori. Si ricalcolino la nuova corrente e il rendimento della linea dopo il rifasamento.

 


 

- Calcolo delle potenze del carico 1:

- Potenze del carico 2:

- Le potenze del carico 3 sono già fornite dal testo, per cui si può determinare ora il carico complessivo, posto all’arrivo della linea e mediante il teorema di Boucherot calcolarne le potenze, il fattore di potenza complessivo e la corrente assorbita dal carico equivalente e dalla linea:

- La potenza persa in linea, dovuta ai due fili di linea è

- La perdita percentuale di potenza in linea vale

- Poiché è possibile trascurare la reattanza di linea, alla partenza la potenza reattiva coincide con quella dell’utilizzatore equivalente, mentre quella attiva diventa

- Si ricava la potenza apparente d’ingresso, da cui si può dedurre la tensione con cui deve essere alimentata la linea:

- Il fattore di potenza d’ingresso è:

- Il rendimento della linea è:

 

Rifasamento

Dalla (1) si determina la potenza reattiva capacitiva della batteria di condensatori necessaria a portare il fattore di potenza del carico all’arrivo dal valore attuale (0,699) al valore di 0,9 , a cui corrisponde la tangente 0,484:

Per ipotesi si ritenga che dopo il rifasamento la tensione ai capi del carico rimanga costante al valore richiesto di 230V.

La capacità totale dei condensatori è, per la (3):

Complessivamente il carico, dopo l’inserzione della batteria, richiederà la nuova corrente I’, che percorrerà la linea di alimentazione. Essa può ricavarsi determinando la potenza apparente corretta, e se ne constata la riduzione rispetto a prima:

Alla riduzione della potenza apparente corrisponde, come ci si aspettava, una riduzione della corrente in linea (da 18A a 14A).

Anche la potenza persa in linea si riduce secondo le relazioni

All’ingresso della linea si ricalcolano:

Il rendimento dopo il rifasamento diventa:

Per la giustificazione delle relazioni precedentemente usate per la linea si veda il collegamento 13_   Linee trifase – Impostazioni di calcolo., che si possono adattare in modo semplice alla linea monofase qui trattata.

 


prof. Attilio Barra e-mail: elettrotecnica@barrascarpetta.org

prof. Antonio Scarpetta e-mail:  laboratorio@barrascarpetta.org

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